giovedì 10 novembre 2011

MELANCHOLIA


Sono stato a vedere il Tintin for dummies di Spielberg e Altri e non mi sono divertito. Temo che in parte sia colpa mia.

Insomma, il film è, come si dice, “fatto bene”, nonostante l'evitabile 3D – che resta una tecnologia rudimentale che rende tutto più buio e freddo – e la motion capture, invenzione inspiegabile servita solo ad ampliare l'orizzonte semantico della parola “goffo”.

I titoli di testa mi sono sembrati carini, per il resto disagio e fastidio. Qualche motivo a caso.
Il fumetto è luminoso e pieno di mistero, questo film è malinconico e senza segreti. Hergé è un maestro della grazia e del realismo nei movimenti e queste controfigure brancolano sgraziate. Haddock è un personaggio grande e complesso, haddock è una creatura dalla psicologia piatta e banale. Le avventure di Tintin sono una sequenza senza soste di invenzioni grafiche e verbali, Spielberg e gli Altri procedono stancamente col pilota automatico. Sotto l'understatement della linea chiara c'è una tempesta di emozioni in atto, emozioni di stasera: 0. Colpa anche di motion capture e 3D, eh, che sopprimono sul nascere ogni speranza d'empatia. (…)

Non avessi letto Hergé, magari avrei passato due ore migliori. Mi sa che il problema vero è che dentro questo film non ho trovato nessuno (NESSUNO) dei motivi per cui mi piace Tintin. Passerò il resto della notte a cercare di capire quali sono.

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